Instagram: pregi e difetti della App di foto più diffusa

download (1)Instagram è un’applicazione gratuita che permette agli utenti di scattare foto, applicare filtri su di esse, condividerle sui social network più noti, come Facebook, Foursquare, Tumblr, Flickr, e che presenta, in omaggio alle Polaroid, le fotografie in forma quadrata. È compatibile con vari smartphone con sistema  iOS, Android e, recentemente, per Windows Phone.

Instagram fu sviluppata da Kevin Systrom e Mike Krieger. Il gruppo fu fondato quando Kevin Systrom lavorava con Mike Krieger, con finanziamenti provenienti da Baseline Ventures e da Andreessen Horowitz. Il progetto iniziale, Burbn, aveva numerose funzioni, ma Krieger decise di concentrarsi sulle foto scattate da cellulare. L’applicazione fu messa a disposizione sull’iTunes Store il 6 ottobre 2010 e il 9 aprile 2012 Mark Zuckerberg acquisì Instagram.

Instagram ha un uso molto semplice: permette di scattare foto oppure di acquisire quelle che si hanno già in libreria e di condividerle con la community di instagramers. L’applicazione permette di modificare le caratteristiche cromatiche e visive dell’immagine applicando uno dei 18 filtri a disposizione, oppure migliorare luminosità e contrasto e selezionare cornice ed eventuale sfocatura per la foto. La condivisione dà la possibilità di dare un titolo alla foto, di dire dove si è ed e possibile scegliere il social su cui postare la foto. Le foto condivise potranno essere visualizzate da tutti gli instagramers se la privacy è settata su “pubbliche” o solo agli amici inseriti all’interno della propria rete. Ovviamente le foto possono essere commentate oppure è possibile dire se piacciono cliccando sul cuore sotto la foto. Quando si condivide è possibile usare degli hashtag che consentiranno di avere subito una visione completa degli scatti relativi ad un certo tema.

La crescita di Instagram  è stata piuttosto rapida, arrivando a toccare i 25 milioni di utenti nel marzo 2012. Dopo ilinstagram2 rilascio delle API di Instagram nel 2011 sono sorti diversi tipi di servizi e siti che miravano ad offrire un’esperienza su Web più ampia di quanto consentito all’interno dell’applicazione. Tra questi vi è Followgram,  a cui si accede usando gli stessi dati di login scelti per Instagram. Followgram colma due “carenze” di Instagram: la mancanza di una presenza su Web dei profili utente e la possibilità di rendere “visibile” il proprio account sui siti Web di proprietà con badge e vanity URL.

Visto che Instagram è parte di Facebbok, va crescendo la sua integrazione con la piattaforma, difatti le nuove funzioni, recentemente rilasciate nell’’update 2.5, riguardano sia Instagram su Web che la vera e propria applicazione mobile. Su quella mobile è ora possibile la navigazione per utenti e tag attraverso la sezione “Esplora” ed in generale è migliorata l’usabilità dell’applicazione grazie ad un’esecuzione più veloce. A livello funzionale, è ora possibile inserire dei commenti, e, flaggando la relativa opzione tra le impostazioni del profilo, rendere automaticamente disponibili anche i Facebook like associati alle foto. Inoltre la nuova Photo Page offre adesso visualizza gli scatti realizzati attraverso Instagram e i relativi commenti.

L’integrazione che il social delle foto ha nei confronti di Facebook favorirà una maggiore visibilità dei suoi followers; aumenterà ulteriormente i suoi utilizzatori,  soprattutto quelli aziendali che hanno già un profilo potente su Facebook, così da accrescere l’awareness dei prodotti/servizi anche su Instagram; infine, se le foto sono consultabili via Web, vale forse la pena mostrare i prodotti ad alta risoluzione anche sulla pagina di un browser.

Inoltre esiste la possibilità di integrazione degli scatti di Instagram su di un blog, sia attraverso il link http://ctrlq.org/instagram/#info, dove basta inserire l’url della foto, generando così l’Embeded Code da inserire nel blog; oppure, specifico per i blog in WordPress, si può usare il plugin gratuito Embedly , che genera il codice HTML da inserire nel sito.

La conclusione che il successo di applicazioni come Instagram e di piattaforme come Pinterest dimostra è che le immagini la fanno da padrone nella condivisione Social, che risultano il contenuto di maggiore interesse e che generano più engagement online.

instagram3Ovviamente, per chi ne fa un uso aziendale, questo significa essere social con tutti, postare in maniera periodica ma costante, geolocalizzare le foto, sempre curandone la varietà e la qualità dei contenuti e utilizzando gli hashtag che danno una grossa rilevanza al tema delle foto postate.

Alcuni esempi di eccellenza che ne dimostrano la penetrazione di Instagram sono il successo dell’account Instagram delle Marche, su cui sono postate le bellezze naturali, storiche ed enogastronomiche della regione; oppure la campagna #condividiunacocacola, per condividere foto e momenti particolari in compagnia della propria bevanda preferita; o la promozione del 1888 Hotel di Sidney, che offre offre una notte gratis a chi abbia 10 mila followers sul social fotografico.


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Ultime novità dal pianeta G+

G+Ultime novità dal pianeta Google+: il social  ha ormai raggiunto i 300 milioni di utenti attivi ogni mese, ospita 1 miliardo e mezzo di fotografie e 540 milioni sono le persone che usano i servizi Google nella loro totalità, sempre mensilmente.

Visti i numeri, anche se G+ non ha lo stesso seguito di un Facebook o di un Twitter e si dibatte sul tema se sia o meno una rete attiva, Google ha comunque deciso di rendere più social il social e ha arricchito la sua offerta con nuove ‘feature’. Per presentarle mister G ha organizzato addirittura  uno speciale evento per presentarle al mondo.

Una prima novità è l’URL personalizzato per gli utenti già iscritti: chi vorrà infatti potrà far sì che la propria pagina abbia come indirizzo google.com/+nomeutente. Le altre novità, tra piccole e grandi, se ne contano diciotto, ma quelle più importanti riguardano soprattutto Google+ Hangouts e Google+ Foto.

Google+ Hangouts è una nuova app Hangouts per i sistemi Android e supporterà le funzioni di localizzazione e la gestione degli SMS. In generale sarà possibile fare videochiamate sia su mobile che su pc desktop in modalità full screen e con un miglioramento automatico delle immagini anche in condizioni di scarsa illuminazione.

Google+ Foto , invece, migliorerà la ricerca delle proprie foto all’interno della gallery. Ci saranno tre nuove funzionalità che images (12)consentiranno di fare foto migliori e di integrare effetti stroboscopici o rimuovere gli oggetti che non si vuole compaiano nell’immagine. Insomma, seguendo il successo delle foto condivise di Instagram, G+Foto consentirà di salvare e condividere le fotografie, anche a coloro che non dispongono di un’attrezzatura professionale o di competenze avanzate. La piattaforma mette a disposizione degli utenti l’upload delle foto a piena risoluzione grazie a un nuovo tool che identifica automaticamente immagini duplicate, quelle sfocate o con una bassa qualità, in modo da poter selezionare velocemente quelle migliori e metterle in evidenza all’interno degli album. Ancora, G+ è in grado di identificare oggetti e soggetti immortalati. Questo è possibile tramite una ricerca con keyword come “spiaggia”, “cane”, “vespa”, “occhiali” e molto altro.

Novità in arrivo, ma già preannunciate da Google, sono l’ Instant Awesome e la sua strabiliante capacità di creare un video a partire da una sequenza di fotografie, ed eventualmente abbinarvi una colonna sonora; e, per chi preferisce un approccio più tradizionale, ci sarà la possibilità di caricare GIF animate.

pagina-creazione-profilo-azienda-google-plusDopo l’aspetto più legato all’utente G+, passiamo alle novità più importanti per le aziende e le attività commerciali in genere: la prima, dall’11 novembre, nel momento in cui cliccheremo +1 su una pagina, un link o una attività commerciale, le persone nelle nostre Cerchie, potrebbero vedere la nostra buddy icon e il nostro nome associato ai prodotti e ai brand su cui abbiamo cliccato. Tale novità potrebbe preoccupare in termini di privacy, ma in realtà accadeva già prima, è simile ai “Mi piace” di Facebook e si può disattivare.

Lato azienda, invece, diventa ora importante avere un profilo G+, collegarlo alle campagne Adwords e gestire per bene il profilo, difatti le condizioni dettate da Google sono che:images (13)

  • La pagina Google+ deve avere un URL verificato.
  • Il dominio dell’URL della pagina Google+ deve corrispondere al dominio dell’URL dell’annuncio.
  • La pagina Google+ deve presentare post recenti, di alta qualità e un numero significativo di follower (almeno 100 per la maggior parte delle attività commerciali).

sociaTuttavia i vantaggi sono evidenti, perchè gli annunci AdWords pubblicati includeranno annotazioni social quando il sistema rileva una pagina Google+ attiva e verificata e le annotazioni verranno pubblicate quando il sistema prevede che migliorino il rendimento della campagna. Ovviamente ciò implicherà una gestione attenta del profilo G+ e soprattutto un controllo e un dialogo con chi pubblica una annotazione su Google plus.

Infine, sempre legato al mondo aziendale e professionale, citiamo Google Local Plus, fusione di Google Maps e Plus, uno strumento che, utilizzato in modo attivo, ha dimostrato ancora come l’integrazione con tutto il complesso e coinvolgente ‘GoogleGoogle-Plus-Local world’ (strumenti di ricerca Google, posta elettronica Gmail, analisi dati Analytics, circuiti promozionali Adwords, mappe Maps) dia ottimi risultati in termini di visibilità sul web.

Per concludere, la riflessione ultima ci dice che G+ è un social in crescita, ha ancora molto da sviluppare e dalla sua ha sicuramente la potenza del mondo Google, attendiamo, quindi le sue prossime sorprendenti evoluzioni.


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YouTube: un social, solo video sharing oppure fonte di sconosciute potenzialità?

YouTubeYouTube, di proprietà di Google dall’ottobre 2006, è il terzo sito web più visitato al mondo dopo Google e Facebook. E’ una piattaforma web sviluppata in Python, consente la condivisione e visualizzazione in rete di video (video sharing) e utilizza Adobe Flash Video per visualizzare una vasta gamma di video.

La storia dello sviluppo di YouTube parte dal febbraio 2005 da Chad Hurley, Steve Chen e Jawed Karim, che erano stati tutti dipendenti di PayPal. Il primo video, caricato dallo stesso Karim alle 20:27 del 23 aprile 2005, ed intitolato Me at the zoo, ha una durata di 19 secondi ed è stato girato di fronte alla gabbia degli elefanti dello zoo di San Diego. Anche il primo account, la prima registrazione sul sito, con l’user-name di “jawed” è di Jawed Karim.

Da allora la piattaforma presenta il maggior tasso di crescita: nel giugno 2006 l’azienda ha comunicato che quotidianamente venivano visualizzati circa 100 milioni di video, con 65.000 nuovi filmati aggiunti ogni 24 ore. La Nielsen/NetRatings valutò che il sito aveva circa 20 milioni di visitatori al mese.

La maggior parte dei contenuti su YouTube viene caricata dai singoli utenti, anche se le società di media tra cui la CBS, BBC, VEVO e altreyoutube-channels organizzazioni, offrono parte del loro materiale tramite il sito, come parte del programma di partnership di YouTube.

Lo scopo della piattaforma americana è quello di ospitare solamente video realizzati direttamente da chi li carica, ma spesso contiene materiale di terze parti caricato senza autorizzazione, come spettacoli televisivi e video musicali. Il rispetto del regolamento del sito, che vieta l’upload di materiale protetto da diritto d’autore se non se ne è titolari, si basa su una verifica ex post di quanto proposto dagli utenti.

Difatti, nel rispetto del copyright, a partire dal mese di aprile 2006, YouTube ha iniziato un’imponente attività di cancellazione dei video che violavano il copyright. Il numero di video eliminati si aggirava attorno ai centomila, e sono stati anche sospesi gli account degli utenti che più di frequente caricavano contenuti in violazione delle norme sul diritto d’autore. Dal 14 maggio 2007 il sito è disponibile non solo in inglese ma anche in altre lingue, tra cui l’italiano.

YouTube consente l’incorporazione dei propri video all’interno di altri siti web, generando il codice HTML necessario. E’ accessibile connettendosi al web con PC, con Media Internet Tablet e con dispositivi aventi funzioni analoghe. È accessibile anche da telefono cellulare, e recentemente il sito dà la possibilità di visionare, in modalità beta, alcuni filmati in HTML5.

Il limite di durata dei video è di 15 minuti, essi devono essere ciascuno massimo di 2 GB di grandezza e possono essere codificati con diversi codec. Chi non ha mai infranto le regole ha avuto la possibilità, da ottobre 2010, di upload illimitati e, a partire da novembre 2011, gli upload illimitati sono possibili anche fornendo un numero di cellulare valido, sempre per scoraggiare le infrazioni alle loro norme della community.

censura youtubeDal 9 agosto 2013 Youtube ha cambiato la modalità di caricamento delle pagine: se si clicca su un video mentre si sta già vedendo uno, anziché far caricare la pagina dal browser, Youtube utilizza una tecnologia differente ed interna al sito stesso, che permette un caricamento più rapido del normale. Infatti, si può notare in alto alla pagina web una striscia sottile di colore rosso che avanza durante il caricamento della nuova pagina da aprire. Questa tecnologia, se supportata da una buona connessione dall’utente finale, può permettere il caricamento di una pagina istantaneamente.

Al di là dello sviluppo tecnologico e del forte impatto comunicativo che YouTube ha svolto nel corso degli anni (basti pensare al video amatoriale della uccisione di Neda Agha-Soltan inserito in YouTube, superando la censura di notizie imposta dal regime iraniano, nel maggio del 2009) la piattaforma aveva basato il suo modello di affari sulla pubblicità.

Alcuni esperti industriali hanno speculato che i costi di YouTube, in particolare la larghezza di banda richiesta, potrebbero ammontare a più di un milione di dollari al giorno. Le pubblicità sono state lanciate sul sito dall’inizio di marzo 2006. In aprile, YouTube ha iniziato ad usare Google AdSense: dati i suoi altissimi livelli di traffico, il flusso di dati video e il numero di pagine viste, alcuni hanno calcolato che i potenziali guadagni di YouTube potrebbero aggirarsi intorno al milione di dollari al mese.

Si stima che nel 2009 il sito sia costato quasi 700 milioni di dollari, di questi almeno 300 dedicati al pagamento delle connessioni Internet, ma che abbia generato solo il 42% dei traffico on-line che è transitato su Internet per un fatturato di circa 240 milioni di dollari, quindi una cifra insufficiente a coprire i costi del sito. Ma dall’autunno 2011 YouTube ha inserito degli spot pubblicitari prima di permettere la visione di alcuni video e ha continuato a guadagnare con le pubblicità visualizzate nei video.

Youtube-Android-aggiornamento-agosto-2013Ma come si fa ad avere dei banner pubblicitari nei propri video? Semplice, bisogna diventare partner di YouTube: l’azienda ha inventato un programma di affiliazione denominato YouTube Partner Program che permette a tutti gli utenti che ne hanno i requisiti di accedere a delle funzioni speciali di YouTube, come la personalizzazione avanzata dei canali e l’inserimento di pubblicità nei video. Per essere accettati nel programma, occorre avere un discreto numero di view e tanti video caricati sul canale.

Veniamo alle ultimissime novità, lanciate da YouTube tra agosto e settembre 2013:

  • il miglioramento delle miniature personalizzando il formato, difatti una buona miniatura aiuta a ricevere più click e deve essere chiara, a fuoco e ad alta risoluzione.

  • nei video è possibile utilizzare le annotazioni in vari modi: per ricordare agli spettatori di iscriversi al canale, per indirizzarli su un altro video oppure più semplicemente per aggiungere delle informazioni. Adesso le annotazioni potranno essere utili per linkare un sito web o un blog di nostra proprietà per aumentare le visite.

  • da agosto è possibile per tutti i canali con più di 100 iscritti, effettuare Live Streaming, creando un rapporto più intimo con gli spettatori e dando vita a nuove tipologie di format tipiche della diretta.

Inoltre è possibile inserire, a chi possiede il canale YouTube, inserire il pulsante per far iscrivere i fan sul proprio sito; è possibile organizzare i canali ai quali siamo iscritti in raccolte tematiche; la Programmazione InVideo sarà determinata dalla piattaforma perchè ha identificato la posizione più performante; YouTube, come Google, ci suggerisce le keywords a partire dalle lettere iniziali che digitiamo.

Infine, nell’ottica dello studio e controllo degli investimenti fatti, l’integrazione dell’andamento dell’account YouTube in Analytics è stata decisamente migliorata, poichè adesso è possibile confrontare i video che performano meglio e gli iscritti che interagiscono di più sul canale in oggetto. E, per ultimo, dettato dal buon marketing, anche il logo verrà modificato.youtube_analytics_fb

A proposito delle similitudini create tra Google e YouTube, ovviamente non basta caricare semplicemente un video su YouTube per avere successo, ma è sempre necessario effettuare delle operazioni di ottimizzazione di SEO per i video, che coinvolgono sia elementi interni che esterni: anche qui, seguendo una buona strategia, non ci si dovrà concentrare solamente sui video ma sull’ottimizzazione ed il posizionamento dell’intero canale.

Questo significa che sraà necessario stimolare il target ad interagire con il video, migliorando la posizione del video stesso nella ricerca; quindi i fattori Titolo, descrizione e tag, che possono essere ora inseriti nei video, saranno presi in considerazione da YouTube al momento dell’individuazione dei video da mostrare nei risultati di ricerca per una determinata frase o parola chiave.

Questi sono solo i primi elementi presi in considerazione da YouTube, ma la sola corrispondenza con il termine di ricerca non basta, sono importanti altri fattori quali:

  • il nome del canale

  • il numero di visualizzazioni

  • il tempo di visione dei video

  • se il canale ha dei video con i sottotitoli, ed è quindi accessibile ad una serie di categorie protette;

  • se i video del canale sono in HD;

  • se il canale piace e quindi possiede una serie di condivisioni, è all’interno di playlist oppure ha un numero considerevole di iscritti.

Infine, anche su YouTube come Google, i link esterni concorrono a determinare la qualità di una risorsa: vengono considerati i link verso i video, il canale, le playlist e gli embed.

12.09.11-YouTube-2Ci stiamo quindi spostando sempre di più verso il video marketing? Sempre più brand di rilievo hanno il loro canale, i cantanti famosi lo utilizzano per il lancio di nuovi singoli e eventi musicali, i media tradizionali come le TV nazionali utilizzano YouTube per rendere virale l’informazione.

Nei prossimi mesi avremo l’ardua sentenza.

Twitter: il social network che si rifà il trucco

twitterPrima delle vacanze, analizziamo quei social network che, nonostante il tempo e la continua concorrenza, sono in grado di rinnovarsi ed essere ancora efficaci sugli utenti. Oggi parliamo di Twitter. Continua a leggere “Twitter: il social network che si rifà il trucco”

Anche il modello del consumatore tipo è in crisi

In questo strano periodo economico, anche il modello del consumatore tipo è incerto, alla deriva, insomma in crisi. Oramai è divenuto molto difficile riuscire a definire se il consumatore spende, quale canale sceglie e cosa andrà a comprare. Qualche considerazione razionale la troviamo in uno studio effettuato da Eurisko. Continua a leggere “Anche il modello del consumatore tipo è in crisi”