YouTube, di proprietà di Google dall’ottobre 2006, è il terzo sito web più visitato al mondo dopo Google e Facebook. E’ una piattaforma web sviluppata in Python, consente la condivisione e visualizzazione in rete di video (video sharing) e utilizza Adobe Flash Video per visualizzare una vasta gamma di video.
La storia dello sviluppo di YouTube parte dal febbraio 2005 da Chad Hurley, Steve Chen e Jawed Karim, che erano stati tutti dipendenti di PayPal. Il primo video, caricato dallo stesso Karim alle 20:27 del 23 aprile 2005, ed intitolato Me at the zoo, ha una durata di 19 secondi ed è stato girato di fronte alla gabbia degli elefanti dello zoo di San Diego. Anche il primo account, la prima registrazione sul sito, con l’user-name di “jawed” è di Jawed Karim.
Da allora la piattaforma presenta il maggior tasso di crescita: nel giugno 2006 l’azienda ha comunicato che quotidianamente venivano visualizzati circa 100 milioni di video, con 65.000 nuovi filmati aggiunti ogni 24 ore. La Nielsen/NetRatings valutò che il sito aveva circa 20 milioni di visitatori al mese.
La maggior parte dei contenuti su YouTube viene caricata dai singoli utenti, anche se le società di media tra cui la CBS, BBC, VEVO e altre organizzazioni, offrono parte del loro materiale tramite il sito, come parte del programma di partnership di YouTube.
Lo scopo della piattaforma americana è quello di ospitare solamente video realizzati direttamente da chi li carica, ma spesso contiene materiale di terze parti caricato senza autorizzazione, come spettacoli televisivi e video musicali. Il rispetto del regolamento del sito, che vieta l’upload di materiale protetto da diritto d’autore se non se ne è titolari, si basa su una verifica ex post di quanto proposto dagli utenti.
Difatti, nel rispetto del copyright, a partire dal mese di aprile 2006, YouTube ha iniziato un’imponente attività di cancellazione dei video che violavano il copyright. Il numero di video eliminati si aggirava attorno ai centomila, e sono stati anche sospesi gli account degli utenti che più di frequente caricavano contenuti in violazione delle norme sul diritto d’autore. Dal 14 maggio 2007 il sito è disponibile non solo in inglese ma anche in altre lingue, tra cui l’italiano.
YouTube consente l’incorporazione dei propri video all’interno di altri siti web, generando il codice HTML necessario. E’ accessibile connettendosi al web con PC, con Media Internet Tablet e con dispositivi aventi funzioni analoghe. È accessibile anche da telefono cellulare, e recentemente il sito dà la possibilità di visionare, in modalità beta, alcuni filmati in HTML5.
Il limite di durata dei video è di 15 minuti, essi devono essere ciascuno massimo di 2 GB di grandezza e possono essere codificati con diversi codec. Chi non ha mai infranto le regole ha avuto la possibilità, da ottobre 2010, di upload illimitati e, a partire da novembre 2011, gli upload illimitati sono possibili anche fornendo un numero di cellulare valido, sempre per scoraggiare le infrazioni alle loro norme della community.
Dal 9 agosto 2013 Youtube ha cambiato la modalità di caricamento delle pagine: se si clicca su un video mentre si sta già vedendo uno, anziché far caricare la pagina dal browser, Youtube utilizza una tecnologia differente ed interna al sito stesso, che permette un caricamento più rapido del normale. Infatti, si può notare in alto alla pagina web una striscia sottile di colore rosso che avanza durante il caricamento della nuova pagina da aprire. Questa tecnologia, se supportata da una buona connessione dall’utente finale, può permettere il caricamento di una pagina istantaneamente.
Al di là dello sviluppo tecnologico e del forte impatto comunicativo che YouTube ha svolto nel corso degli anni (basti pensare al video amatoriale della uccisione di Neda Agha-Soltan inserito in YouTube, superando la censura di notizie imposta dal regime iraniano, nel maggio del 2009) la piattaforma aveva basato il suo modello di affari sulla pubblicità.
Alcuni esperti industriali hanno speculato che i costi di YouTube, in particolare la larghezza di banda richiesta, potrebbero ammontare a più di un milione di dollari al giorno. Le pubblicità sono state lanciate sul sito dall’inizio di marzo 2006. In aprile, YouTube ha iniziato ad usare Google AdSense: dati i suoi altissimi livelli di traffico, il flusso di dati video e il numero di pagine viste, alcuni hanno calcolato che i potenziali guadagni di YouTube potrebbero aggirarsi intorno al milione di dollari al mese.
Si stima che nel 2009 il sito sia costato quasi 700 milioni di dollari, di questi almeno 300 dedicati al pagamento delle connessioni Internet, ma che abbia generato solo il 42% dei traffico on-line che è transitato su Internet per un fatturato di circa 240 milioni di dollari, quindi una cifra insufficiente a coprire i costi del sito. Ma dall’autunno 2011 YouTube ha inserito degli spot pubblicitari prima di permettere la visione di alcuni video e ha continuato a guadagnare con le pubblicità visualizzate nei video.
Ma come si fa ad avere dei banner pubblicitari nei propri video? Semplice, bisogna diventare partner di YouTube: l’azienda ha inventato un programma di affiliazione denominato YouTube Partner Program che permette a tutti gli utenti che ne hanno i requisiti di accedere a delle funzioni speciali di YouTube, come la personalizzazione avanzata dei canali e l’inserimento di pubblicità nei video. Per essere accettati nel programma, occorre avere un discreto numero di view e tanti video caricati sul canale.
Veniamo alle ultimissime novità, lanciate da YouTube tra agosto e settembre 2013:
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il miglioramento delle miniature personalizzando il formato, difatti una buona miniatura aiuta a ricevere più click e deve essere chiara, a fuoco e ad alta risoluzione.
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nei video è possibile utilizzare le annotazioni in vari modi: per ricordare agli spettatori di iscriversi al canale, per indirizzarli su un altro video oppure più semplicemente per aggiungere delle informazioni. Adesso le annotazioni potranno essere utili per linkare un sito web o un blog di nostra proprietà per aumentare le visite.
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da agosto è possibile per tutti i canali con più di 100 iscritti, effettuare Live Streaming, creando un rapporto più intimo con gli spettatori e dando vita a nuove tipologie di format tipiche della diretta.
Inoltre è possibile inserire, a chi possiede il canale YouTube, inserire il pulsante per far iscrivere i fan sul proprio sito; è possibile organizzare i canali ai quali siamo iscritti in raccolte tematiche; la Programmazione InVideo sarà determinata dalla piattaforma perchè ha identificato la posizione più performante; YouTube, come Google, ci suggerisce le keywords a partire dalle lettere iniziali che digitiamo.
Infine, nell’ottica dello studio e controllo degli investimenti fatti, l’integrazione dell’andamento dell’account YouTube in Analytics è stata decisamente migliorata, poichè adesso è possibile confrontare i video che performano meglio e gli iscritti che interagiscono di più sul canale in oggetto. E, per ultimo, dettato dal buon marketing, anche il logo verrà modificato.
A proposito delle similitudini create tra Google e YouTube, ovviamente non basta caricare semplicemente un video su YouTube per avere successo, ma è sempre necessario effettuare delle operazioni di ottimizzazione di SEO per i video, che coinvolgono sia elementi interni che esterni: anche qui, seguendo una buona strategia, non ci si dovrà concentrare solamente sui video ma sull’ottimizzazione ed il posizionamento dell’intero canale.
Questo significa che sraà necessario stimolare il target ad interagire con il video, migliorando la posizione del video stesso nella ricerca; quindi i fattori Titolo, descrizione e tag, che possono essere ora inseriti nei video, saranno presi in considerazione da YouTube al momento dell’individuazione dei video da mostrare nei risultati di ricerca per una determinata frase o parola chiave.
Questi sono solo i primi elementi presi in considerazione da YouTube, ma la sola corrispondenza con il termine di ricerca non basta, sono importanti altri fattori quali:
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il nome del canale
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il numero di visualizzazioni
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il tempo di visione dei video
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se il canale ha dei video con i sottotitoli, ed è quindi accessibile ad una serie di categorie protette;
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se i video del canale sono in HD;
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se il canale piace e quindi possiede una serie di condivisioni, è all’interno di playlist oppure ha un numero considerevole di iscritti.
Infine, anche su YouTube come Google, i link esterni concorrono a determinare la qualità di una risorsa: vengono considerati i link verso i video, il canale, le playlist e gli embed.
Ci stiamo quindi spostando sempre di più verso il video marketing? Sempre più brand di rilievo hanno il loro canale, i cantanti famosi lo utilizzano per il lancio di nuovi singoli e eventi musicali, i media tradizionali come le TV nazionali utilizzano YouTube per rendere virale l’informazione.