Blogs are hungry creatures and if you’re a clever content marketer, you’ll get influencers and subject matter experts to contribute to your blog.
Scoop.it from: blog.scoop.it
See on Scoop.it – Digital marketing e social media
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In questo post dedichiamo l’attenzione al social Facebook, made by Zuckerberg, che ha da poco compiuto 10 anni di vita.
In questo mare magnum di social network, sono proprio questi ultimi a doversi rifare il trucco con una certa frequenza e rispettare la ferrea legge del web: l’updating selvaggio, ovvero l’aggiornamento regolare e continuo, talmente veloce che anche utenti attivi rischiano di trovarsi spersi in un’interfaccia nuova, servizi sconosciuti, applicazioni e funzionalità sempre più social e tutte legate alla navigazione via smartphone, al momento in evoluzione costante.
Per quanto riguarda Facebook, abbiamo visto recentemente le novità del Paper, il newsmagazine personale i cui contenuti, vengono creati automaticamente grazie al News Feed. Il Facebook Paper è un aggregatore di notizie multimediali selezionate sulla base delle informazioni che noi stessi divulghiamo, ma ottimizzato nei confronti dei post degli amici piuttosto che di quelli provenienti dalle pagine dove abbiamo messo il like.
L’aggiornamento del news feed ha come obiettivo quello di semplificare ed esaltare i contenuti pubblicati (foto, notizie, link), e migliorare l’esperienza sui device mobile. Questo perchè i numeri che caratterizzano il target di persone che accedono da mobile sono sempre più importanti, proprio per la tendenza di non intendere più l’utilizzo di diversi dispositivi come un’interruzione della vita social, ma come un’esperienza continuativa, che non si interrompe quando si passa dallo smartphone, quando si è in movimento, al pc, quando si arriva al lavoro o a casa.
Facebook, quindi, per andare incontro ai suoi utenti, ha cercato di avvicinare sempre di più l’esperienza offerta dalla versione desktop a quella mobile, sia in termini di funzionalità, sia in termini di design. Didatti vediamo come l‘approccio generale al redesign è minimalista: spariscono alcuni dettagli a favore di una maggiore pulizia complessiva. Facendo un’analisi grafica accurata, troviamo, sulla sinistra solo le voci per accedere alle funzioni principali e ai gruppi; al centro le foto occupano più spazio, acquisendo maggiore risalto insieme ai contenuti pubblicabili ; infine a destra la zona modifiche è stata ripulita, a favore del contenuto. L’effetto complessivo è più bidimensionale e meno articolato: sono sparite barre e altri “pulsantoni” e il risultato è una migliore visione di quanto effettivamente va letto e commentato nel news feed, anche sugli schermi più piccoli.
Un grande aiuto grafico è dato anche dai font Helvetica ed Arial, e come già accade nel mobile, i contenuti sponsorizzati vengono mostrati con la stessa grafica ed effetti dei contenuti prodotti dagli utenti, in modo da non infastidire la lettura, ma rendere parte del social anche l’adv.
Difatti un’altra novità targata Facebook riguarda l’ADV: prima di tutto troviamo i video ads, che lanciano di fatto la sfida a YouTube, finora leader nel settore dei video sul web: questi video rappresentano una nuova idea commerciale del social network, per rendere soddisfatti i nuovi investitori e per non annoiare i suoi utenti. Quello che accade è che i video vengono mostrati soltanto in formato ridotto, togliendo l’audio, con possibilità di ingrandirli per chi fosse interessato. Il sistema, inoltre, fa in modo che ciascun singolo utente non visualizzerà un determinato video ads sul suo news feed per più di tre volte al giorno.
Inoltre, sempre in tema ADV, Facebook ha modificato l’algoritmo advertising per garantire che i banner pubblicitari raggiungano solo persone interessate alle inserzioni. Inoltre il nuovo uploader immagini per campagne advertising permette agli amministratori di scegliere, tra le foto della pagina, quelle utilizzate in precedenti annunci e le immagini di Shutterstock, grazie a un accordo siglato recentemente tra i due.
Ma, se il nuovo Facebook risulterà più dedicato all’utente e questi vedrà principalmente gli aggiornamenti pubblicati dagli amici, ciò significherà una sorta di penalizzazione per i brand che utilizzano gratuitamente il social. Inoltre saranno penalizzate le Pagine che pubblicheranno post con contenuti testuali e link, tanto da passare in secondo piano rispetto agli altri. La conclusione di questa strategia è chiara: portare i Brand a promuovere i contenuti attraverso campagne pubblicitarie a pagamento.
I brand, dal canto loro, sanno benissimo, anche grazie alle recenti ricerche, che su 200.000 siti web di tutto il mondo, con più di 250 milioni di visitatori unici ogni mese, i principali referrals social, ovvero ivisitatori che arrivano dalle piattaforme social, siano cresciuti su Facebook del 48.85 per cento nell’ultimo trimestre 2013. Appare evidente come nessuna azienda si lascerebbe scappare un potenziale così alto. Del resto Facebook è un media, nè più nè meno di un canale televisivo o di un giornale, quindi è sensato chiedere di pagare in cambio di visibilità, ed è su questa idea che Zuckerberg intende aumentare i propri fatturati.
Per concludere, dal Social Media Marketing World tenutosi a San Diego nelle ultime settimane, si evidenzia come oltre il 90 per cento delle entrate di Facebook provenga dalla pubblicità e le stime dicono che il numero delle entrate crescerà costantemente nei prossimi anni.
Tuttavia la visione degli investitori è che l’adv sul social sicuramente funziona e porta guadagni, ma, dall’altro canto è frustrante la molteplicità di formati adv ora in uso ed essi sono preoccupati che i fan ,tanto duramente conquistati, possano stancarsi di tanta promozione e abbandonare i loro brand favoriti.
Un tema estremamente importante e decisamente attuale è il rapporto tra Seo e Social: quanto quest’ultimo ‘influenza l’indicizzazione, quali sono i comportamenti più corretti e utili perché il loro rapporto sia positivo e quali social sono influenti e in che modo.
Sappiamo che la SEO si occupa dell’ottimizzazione dei siti e che, per adattarsi alle nuove tendenze di mercato, cambia, si evolve continuamente, impone delle regole e dà dei limiti. Visto che gli utenti passano sempre più tempo sui social network,l’ultimo studio dice che circa il 27% del tempo passato su internet è dedicato ai social network, Google non poteva non tener conto di questo dato importantissimo, come fattore di preferenza degli utenti e lo utilizza per scoprire le tendenze e gli interessi del momento. Inoltre anche molte aziende stanno adottando un numero sempre maggiore di tecniche di Social Media Marketing per portare il proprio business su Facebook ed altre piattaforme, quindi l’interesse è divenuto duplice.
Il successo di una strategia di moderna SEO è strettamente collegato alle attività social che riesce ad indurre/evocare con un particolare contenuto. Oltre le keyword, chi produce contenuti focalizza sempre di più l’attenzione sul grado di condivisione che riuscirà a ottenere per un singolo testo, quindi i like, i (re)tweet, i +1 o le pubblicazioni, in modo da fare un’acquisizione di valore del contenuto in termini di reach, traffico del sito e miglioramento dal lato SEO, stimolando così la lead generation e le conversioni.
Davvero denotativo è poi l’AuthorRank di Google: il ranking delle ricerche è adesso influenzato largamente dai social media e dal reach dei blogger: è possibile cambiare il posizionamento dei propri post all’interno delle pagine di ricerca grazie alla autorevolezza del suo autore, che influenza l’AuthorRank. Si cerca così di rendere i risultati delle ricerche più intelligenti e affidabili, sfruttando sia l’impatto dei social media che l’influenza dei singoli utenti nelle proprie reti sociali in relazione alle tematiche che affrontano.
Nell’era SEO-Social, quindi, i fattori da curare sono molteplici: il primo tra tutti è di sicuro il numero totale di Mi piace, Follower, +1, Pin e contatti che la propria community possiede.
Poi l’inserimento dei bottoni social che dirigono alla condivisione come uno scambio di opinioni nella vita reale: più bottoni sociali ci sono in un post, migliore sarà il posizionamento, condiviso in ambienti differenti con tipologia di persone differenti.
Successivamente vanno considerati l’età dell’account nei vari social, l’autorità che l’account ha acquisito nel corso del tempo, il grado di interazione, il numero totale di pubblicazioni fatte. Infine l’interazione stretta che avviene tra il sito web oppure blog verso i social network che si è scelto di presidiare.
I fattori appena descritti vanno ad influenzare sicuramente Panda per il numero di visite, il rapporto pagine/visita e il tempo trascorso sul sito. I Social Media influiscono su questi parametri senza nessun dubbio. Tuttavia va tenuta d’occhio la Frequenza di rimbalzo, che rischia di trasformare il traffico da vantaggio a svantaggio, perché il comportamento dei visitatori che arrivano dai social non sempre sono coerenti e realmente in linea con il target del sito/ azienda.
Naturalmente la scelta degli stessi Social è importante: i migliori influenzatori sono di certo Facebook e Twitter, seguiti da Linkedin, Google Plus e YouTube, con un medio tasso di influenza, mentre alla fine troviamo Pinterest, che è di certo un social network di tendenza, ma è nato da troppo poco tempo per avere una rilevanza più alta.
Alcuni esperimenti condotti da esperti social hanno portato ad alcune conclusioni davvero interessanti e che potremmo osservare e sperimentare noi stessi: la prima ci dice che i social signals possono dare al tuo contenuto un massiccio, ma molto provvisorio, aumento in SERP di Google. La seconda, invece, afferma che i social signals potrebbero avere influenza in SERP anche a lungo termine, cosa conveniente soprattutto in caso di brand awareness. La terza conclusione ci suggerisce che le interazioni da parte di utenti influenti possono influenzare le classifiche a breve termine per determinate parole chiave. La quarta coinvolge direttamente Google Plus e afferma che le azioni su questo social offrono un significativo e duraturo impulso in SERP, dando nuovo slancio e ttenzione verso questo social. Infine l’ultima conclusione ci assicura che retweet, +1 e “Mi piace” / azioni di Facebook fanno la differenza per le parole chiave con bassa concorrenza, anche per le pagine con contenuti duplicati.
Per concludere, è sicuramente dimostrato che i Social network influenzano la Seo in maniera importante,consentendo sia la manipolazione e la gestione di parole chiave di interesse, che l’opportunità di creare un’influenza a lungo termine nella Serp di Google per un marchio per poi riceverne link più naturali ai suoi contenuti. E’, tuttavia, troppo presto per misurare quanto i social signals influenzino i risultati di ricerca rispetto ai segnali “tradizionali”, ovvero link, ottimizzazione onsite, etc., ma appare evidente dalla maggior parte degli studi condotti che vi è una forte correlazione, diretta o indiretta, tra il posizionamento sui motori di ricerca e la presenza sui social, anche considerando che questi ultimi sono continuamente in evoluzione su questa strada, basti pensare solo alle recensioni di Google plus e alle stelline delle pagine di Facebook.
Argomento delicato negli ultimi tempi: l’immagine delle donne strumentalizzata dalle pubblicità.
Ecco un articolo che affronta il tema presentando il nuovo spot ideato da Pasquale Diaferia che promuoverà sulla Rai la terza edizione del Premio Immagini Amiche: una galleria di donne che parlano con voci di uomini.
Continua a leggere “Donne in pubblicità: l’immagine più giusta”
Premesso che il mondo di Google è tutto da scoprire e in continua evoluzione, in questi giorni sto scoprendo Google Plus.
Google Plus è stato lanciato il 28 giugno 2011. Ad oggi (dicembre 2012) ha un totale di 500 milioni di utenti registrati di cui 235 milioni sono attivi su base mensile. Continua a leggere “Google Plus”