I Big Data: cosa sono e come possiamo utilizzarli

Big-Data-AnalyticsOrmai ne sentiamo parlare in continuazione, sono dovunque, sembrano i nipoti del Grande Fratello, quindi cerchiamo di capire cosa sono, da dove vengono e a cosa ci possono servire i Big Data.

Big Data è il termine per descrivere una raccolta di dataset così grande e complessa da richiedere strumenti differenti da quelli tradizionali. Il progressivo aumento della dimensione dei dataset è legato alla necessità di analisi su un unico insieme di dati, con l’obiettivo di estrarre informazioni aggiuntive rispetto a quelle che si potrebbero ottenere analizzando piccole serie, con la stessa quantità totale di dati. Ad esempio, l’analisi per sondare gli “umori” dei mercati e del commercio, e quindi del trend complessivo della società e del fiume di informazioni che viaggiano e transitano attraverso Internet.

Ma Big Data rappresenta anche l’interrelazione di dati provenienti potenzialmente da fonti eterogenee, quindi non soltanto i dati strutturati come i database, ma anche non strutturati, difatti oggigiorno l’utilizzo sempre più diffuso dei social media, di telefoni intelligenti che raccolgono e generano dati, il crescente uso di Internet, così come l’utilizzo sempre più diffuso di sensori che ci permettono di misurare e monitorare ogni cosa, crea un volume dei dati prodotti in tutto il mondo in costante crescendo.

Questi tipi di dati sono definiti Big Data per le caratteristiche principali, che si possono riassumere nelle tre “V”, ovvero in:big-data

  • Volume: capacità di acquisire, memorizzare ed accedere a grandi volumi di dati;
  • Velocità: capacità di effettuare analisi dei dati in tempo reale o quasi;
  • Varietà: riferita alle varie tipologie di dati, provenienti da fonti diverse (strutturate e non).

Tuttavia tali parametri si sono arricchiti nel corso del tempo di altre due caratteristiche:

  • Variabilità: le stesse informazioni hanno significato differente a seconda del contesto e del “luogo virtuale” in cui vengono reperite. Occorre contestualizzare il dato, in modo da capire se è indispensabile filtrarlo o meno;
  • Viralità: i Big Data sono in continua crescita e nella rete Internet esistono delle vere e proprie “regioni buie” da dove estrarre informazioni, le quali si espandono a “macchia d’olio” come un vero e proprio virus.

Data la loro natura eterogenea, i Big Data possono essere utilizzati nei settori più vari e non solo nelle analisi economico-finanziarie, ma, grazie a storage integrati, analisi e applicazioni, i Big Data contribuiscono a migliorare efficienza, qualità, prodotti e servizi personalizzati, producendo livelli sempre più elevati di soddisfazione ed esperienza del cliente.

Un esempio di eccellenza è il caso Wal-Mart.  Wal-Mart è la più grande catena di distribuzione di beni di consumo del mondo, nonché la prima azienda della classifica di Fortune 500. Ogni ora colleziona dati relativi a circa un milione di transazioni commerciali e li relaziona a fattori quali tempo, luogo, combinazione nel carrello, disponibilità a magazzino, frequenza di acquisto, etc. Se un cliente ha acquistato in passato un barbecue e spesso compera prodotti accessori, Big-Data1molto probabilmente sarà interessato ad articoli non ancora acquistati. Analizzando la disponibilità a magazzino, le informazioni meteo, i dati di localizzazione degli smartphone etc., il sistema invierà dei buoni per invogliare il cliente all’acquisto, ma solo se possiede un barbecue, il tempo nel weekend sarà bello e si trova in un raggio di tre miglia dal negozio. Insomma una sorta di previsione basata sui dati passati.

Altro esempio di progettazione è una app Android (quella per iOS è allo studio) che verrà lanciata il 12 maggio totalmente gratuita in collaborazione con Greenreport.it, webzine di economia ecologica e sostenibile. Il core-business dell’impresa è sfruttare la nuova potenzialità diappymeteo--258x258 mappatura geolocalizzata in real time della felicità secondo l’approccio “Experience sampling method”, che prevede la raccolta di informazioni in real time e si basa su alcuni recenti studi e progetti nella cosidetta “Happyness Research”. Appymeteo punta a coinvolgere una prima tranche di quattromila utenti in tutta Italia che, grazie a strumenti come la gamification tipo Ruzzle, con cui gli utenti possono scambiarsi, sfidarsi e condividere istanti di felicità, e un diario della felicità su cui annotare la quota di benessere istantanea quotidiana.

Concludendo i Big Data e il loro utilizzo risulta fondamentale nel mercato odierno: le aziende che saranno in grado di cogliere il loro enorme potenziale avranno un notevole vantaggio competitivo e le opportunità che si verranno a creare rendono il mondo dei Big Data un terreno fertile su cui costruire il business del futuro.

Instagram: pregi e difetti della App di foto più diffusa

download (1)Instagram è un’applicazione gratuita che permette agli utenti di scattare foto, applicare filtri su di esse, condividerle sui social network più noti, come Facebook, Foursquare, Tumblr, Flickr, e che presenta, in omaggio alle Polaroid, le fotografie in forma quadrata. È compatibile con vari smartphone con sistema  iOS, Android e, recentemente, per Windows Phone.

Instagram fu sviluppata da Kevin Systrom e Mike Krieger. Il gruppo fu fondato quando Kevin Systrom lavorava con Mike Krieger, con finanziamenti provenienti da Baseline Ventures e da Andreessen Horowitz. Il progetto iniziale, Burbn, aveva numerose funzioni, ma Krieger decise di concentrarsi sulle foto scattate da cellulare. L’applicazione fu messa a disposizione sull’iTunes Store il 6 ottobre 2010 e il 9 aprile 2012 Mark Zuckerberg acquisì Instagram.

Instagram ha un uso molto semplice: permette di scattare foto oppure di acquisire quelle che si hanno già in libreria e di condividerle con la community di instagramers. L’applicazione permette di modificare le caratteristiche cromatiche e visive dell’immagine applicando uno dei 18 filtri a disposizione, oppure migliorare luminosità e contrasto e selezionare cornice ed eventuale sfocatura per la foto. La condivisione dà la possibilità di dare un titolo alla foto, di dire dove si è ed e possibile scegliere il social su cui postare la foto. Le foto condivise potranno essere visualizzate da tutti gli instagramers se la privacy è settata su “pubbliche” o solo agli amici inseriti all’interno della propria rete. Ovviamente le foto possono essere commentate oppure è possibile dire se piacciono cliccando sul cuore sotto la foto. Quando si condivide è possibile usare degli hashtag che consentiranno di avere subito una visione completa degli scatti relativi ad un certo tema.

La crescita di Instagram  è stata piuttosto rapida, arrivando a toccare i 25 milioni di utenti nel marzo 2012. Dopo ilinstagram2 rilascio delle API di Instagram nel 2011 sono sorti diversi tipi di servizi e siti che miravano ad offrire un’esperienza su Web più ampia di quanto consentito all’interno dell’applicazione. Tra questi vi è Followgram,  a cui si accede usando gli stessi dati di login scelti per Instagram. Followgram colma due “carenze” di Instagram: la mancanza di una presenza su Web dei profili utente e la possibilità di rendere “visibile” il proprio account sui siti Web di proprietà con badge e vanity URL.

Visto che Instagram è parte di Facebbok, va crescendo la sua integrazione con la piattaforma, difatti le nuove funzioni, recentemente rilasciate nell’’update 2.5, riguardano sia Instagram su Web che la vera e propria applicazione mobile. Su quella mobile è ora possibile la navigazione per utenti e tag attraverso la sezione “Esplora” ed in generale è migliorata l’usabilità dell’applicazione grazie ad un’esecuzione più veloce. A livello funzionale, è ora possibile inserire dei commenti, e, flaggando la relativa opzione tra le impostazioni del profilo, rendere automaticamente disponibili anche i Facebook like associati alle foto. Inoltre la nuova Photo Page offre adesso visualizza gli scatti realizzati attraverso Instagram e i relativi commenti.

L’integrazione che il social delle foto ha nei confronti di Facebook favorirà una maggiore visibilità dei suoi followers; aumenterà ulteriormente i suoi utilizzatori,  soprattutto quelli aziendali che hanno già un profilo potente su Facebook, così da accrescere l’awareness dei prodotti/servizi anche su Instagram; infine, se le foto sono consultabili via Web, vale forse la pena mostrare i prodotti ad alta risoluzione anche sulla pagina di un browser.

Inoltre esiste la possibilità di integrazione degli scatti di Instagram su di un blog, sia attraverso il link http://ctrlq.org/instagram/#info, dove basta inserire l’url della foto, generando così l’Embeded Code da inserire nel blog; oppure, specifico per i blog in WordPress, si può usare il plugin gratuito Embedly , che genera il codice HTML da inserire nel sito.

La conclusione che il successo di applicazioni come Instagram e di piattaforme come Pinterest dimostra è che le immagini la fanno da padrone nella condivisione Social, che risultano il contenuto di maggiore interesse e che generano più engagement online.

instagram3Ovviamente, per chi ne fa un uso aziendale, questo significa essere social con tutti, postare in maniera periodica ma costante, geolocalizzare le foto, sempre curandone la varietà e la qualità dei contenuti e utilizzando gli hashtag che danno una grossa rilevanza al tema delle foto postate.

Alcuni esempi di eccellenza che ne dimostrano la penetrazione di Instagram sono il successo dell’account Instagram delle Marche, su cui sono postate le bellezze naturali, storiche ed enogastronomiche della regione; oppure la campagna #condividiunacocacola, per condividere foto e momenti particolari in compagnia della propria bevanda preferita; o la promozione del 1888 Hotel di Sidney, che offre offre una notte gratis a chi abbia 10 mila followers sul social fotografico.


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