A proposito di nuove tendenze Social, trovo molto affascinante la definizione di social film attribuita a Italy in a day, un film di Gabriele Salvatores, uscito nei cinema il 23 settembre, visto in TV il 26 settembre su Raitre con uno share del quasi 9% e presentato alla 71esima Mostra del Cinema di Venezia.
In effetti Italy in a day può decisamente essere definito social poichè composto da 45.000 video girati con tutti i mezzi possibili (fotocamere, smartphone, etc.) e fatti dagli italiani partecipanti all’evento Italy in a Day. Il 26 ottobre scorso chiunque, tramite web, poteva inviare un video al sito Italy in a Day per raccontarsi e/o raccontare la sua giornata: un esperimento social e cinematografico molto emozionante, istruttivo e interessante, realizzabile solo oggi con i media di cui disponiamo.
Tantissimi hanno affidato il loro personale message in a bottle: messaggi tutti diversi, rispettosi, attenti, felici, malinconici, tristi, alcuni attenti alla coscienza del proprio ruolo, per una volta, di protagonista di un corto, che poi altri monteranno e vedranno. Insomma una rappresentazione video della vita quotidiana di sabato 26 ottobre 2013, di un paese che soffre, che gioisce, che lavora, dove c’è chi nasce, chi muore, chi lotta, con un senso di tenerezza verso la vita e verso l’umanità.
Quello che ha sorpreso è stato, in primis, la voglia di esprimersi di tutti: non solo ragazzi e giovani, ma ci sono famiglie, anziani, persone sole e in difficoltà. La possibilità di girare un video con qualunque supporta ci dimostra, poi, come la tecnologia sia ormai alla portata di tutti e come il caricare un video sul sito aperto apposta per raccogliere i vari contributi.
l risultato è stato fenomenale: oltre 44mila video arrivati, oltre 2200 ore di girato, una selezione di 632 video e 75 minuti di film, abilmente montati da Salvatores, che cerca di darne un profilo emozionale unitario tra la trama sgranata delle inquadrature di un telefonino e i volti ravvicinati riprese dalle web cam.
In ogni caso, Italy in a day resta un documento molto importante, una nuova e nostrana interpretazione di cinema collettivo nell’Era di Internet. E poi, se vogliamo, oggi, sommersi da qualsiasi tipo di immagine, non è forse il montaggio quindi il racconto, la vera anima di un film?