Il pianeta Facebook nel 2014

In questo post dedichiamo l’attenzione al social Facebook,  made by Zuckerberg,  che ha da poco compiuto 10 anni di vita.

In questo mare magnum di social network, sono proprio questi ultimi a doversi rifare il trucco con una certa frequenza e rispettare la ferrea legge del web: l’updating selvaggio, ovvero l’aggiornamento regolare e continuo, talmente veloce che anche utenti attivi rischiano di trovarsi spersi in un’interfaccia nuova, servizi sconosciuti, applicazioni e funzionalità sempre più social e tutte legate alla navigazione via smartphone, al momento in evoluzione costante. 

Per quanto riguarda Facebook, abbiamo visto recentemente le novità del Paper, il newsmagazine personale i cuiinterfaccia facebook 2014 contenuti, vengono creati automaticamente grazie al News Feed. Il Facebook Paper è un aggregatore di notizie multimediali selezionate sulla base delle informazioni che noi stessi divulghiamo, ma ottimizzato nei confronti dei post degli amici piuttosto che di quelli provenienti dalle pagine dove abbiamo messo il like.

L’aggiornamento del news feed ha come obiettivo quello di semplificare ed esaltare i contenuti pubblicati (foto, notizie, link), e migliorare l’esperienza sui device mobile. Questo perchè i numeri che caratterizzano il target di persone che accedono da mobile sono sempre più importanti, proprio per la tendenza di non intendere più l’utilizzo di diversi dispositivi come un’interruzione della vita social, ma come un’esperienza continuativa, che non si interrompe quando si passa dallo smartphone, quando si è in movimento, al pc, quando si arriva al lavoro o a casa.

Screen-Shot-2014-03-07-at-15.01.25Facebook, quindi, per andare incontro ai suoi utenti, ha cercato di avvicinare sempre di più l’esperienza offerta dalla versione desktop a quella mobile, sia in termini di funzionalità, sia in termini di design. Didatti vediamo come lapproccio generale al redesign è minimalista: spariscono alcuni dettagli a favore di una maggiore pulizia complessiva. Facendo un’analisi grafica accurata, troviamo, sulla sinistra solo le voci per accedere alle funzioni principali e ai gruppi; al centro le foto occupano più spazio, acquisendo maggiore risalto insieme ai contenuti pubblicabili ; infine a destra la zona modifiche è stata ripulita, a favore del contenuto. L’effetto complessivo è più bidimensionale e meno articolato: sono sparite barre e altri “pulsantoni” e il risultato è una migliore visione di quanto effettivamente va letto e commentato nel news feed, anche sugli schermi più piccoli.

Un grande aiuto grafico è dato anche dai font Helvetica ed Arial, e come già accade nel mobile, i contenuti sponsorizzati vengono mostrati con la stessa grafica ed effetti dei contenuti prodotti dagli utenti, in modo da non infastidire la lettura, ma rendere parte del social anche l’adv.

Difatti un’altra novità targata Facebook riguarda l’ADV: prima di tutto troviamo i video ads, che lanciano di fatto laFacebook-Screenshot-for-Blog sfida a YouTube, finora leader nel settore dei video sul web: questi video  rappresentano una nuova idea commerciale del social network, per rendere soddisfatti i nuovi investitori e per non annoiare i suoi utenti. Quello che accade è che i video vengono mostrati soltanto in formato ridotto, togliendo l’audio, con possibilità di ingrandirli per chi fosse interessato. Il sistema, inoltre, fa in modo che ciascun singolo utente non visualizzerà un determinato video ads sul suo news feed per più di tre volte al giorno.

Inoltre, sempre in tema ADV, Facebook ha modificato l’algoritmo advertising per garantire che i banner pubblicitari raggiungano solo persone interessate alle inserzioni. Inoltre il nuovo uploader immagini per campagne advertising permette agli amministratori di scegliere, tra le foto della pagina, quelle utilizzate in precedenti annunci e le immagini di Shutterstock, grazie a un accordo siglato recentemente tra i due.

Ma, se il nuovo Facebook risulterà più dedicato all’utente e questi vedrà principalmente gli aggiornamenti pubblicati dagli amici, ciò significherà una sorta di penalizzazione per i brand che utilizzano gratuitamente il social. Inoltre saranno penalizzate le Pagine che pubblicheranno post con contenuti testuali e link, tanto da passare in secondo piano rispetto agli altri. La conclusione di questa strategia è chiara: portare i Brand a promuovere i contenuti attraverso campagne pubblicitarie a pagamento.

I brand, dal canto loro, sanno benissimo, anche grazie alle recenti ricerche, che su 200.000 siti web di tutto il mondo, con più di 250 milioni di visitatori unici ogni mese, i principali referrals social, ovvero ivisitatori che arrivano dalle piattaforme social, siano cresciuti su Facebook del 48.85 per cento nell’ultimo trimestre 2013. Appare evidente come nessuna azienda si lascerebbe scappare un potenziale così alto. Del resto Facebook è un media, nè più nè meno di un canale televisivo o di un giornale, quindi è sensato chiedere di pagare in cambio di visibilità, ed è su questa idea che Zuckerberg intende aumentare i propri fatturati.

Per concludere, dal Social Media Marketing World tenutosi a San Diego nelle ultime settimane, si evidenziaefficacia come oltre il 90 per cento delle entrate di Facebook provenga dalla pubblicità e le stime dicono che il numero delle entrate crescerà costantemente nei prossimi anni.

Tuttavia la visione degli investitori è che l’adv sul social sicuramente funziona e porta guadagni, ma, dall’altro canto è frustrante la molteplicità di formati adv ora in uso ed essi sono preoccupati che i fan ,tanto duramente conquistati, possano stancarsi di tanta promozione e abbandonare i loro brand favoriti.

Twitter e la Social TV

Oscar-2014-il-selfie-di-Ellen-DeGeneres-e-da-record_h_partbDopo il tweet del momento fatto durante la serata degli Oscar, ovvero il “selfie” di Ellen DeGeneres con alcune star, retwittato da oltre 2,5 milioni di volte, surclassando il “Four more years” di Barack Obama dopo la rielezione, è quasi d’obbligo analizzare un po’ il nuovo fenomeno della Social Tv, portato avanti prima di tutto da Twitter, seguito dagli altri social.

Iniziando dalla serata Oscar, Twitter è esploso e addirittura andato in tilt durante la consegna degli Academy Awards con quasi 15 milioni di tweet nel mondo, esattamente 14,7 milioni, con all’interno riferimenti alla #notte degli Oscar. Cosa sta succedendo? Ormai sempre più spesso i programmi tv più coinvolgenti e di successo finiscono per essere molto commentati sui social network, in particolare Twitter.

Ma come fanno i canali, i programmi, gli eventi più trendy, a farsi trovare su Twitter? Basta creare un profilo hashtagcon titolo della trasmissione e, successivamente, è necessario rafforzare l’efficacia del passaparola e delle discussioni attraverso gli hashtag. Gli hashtag sono come la macchinetta del caffè di una volta, un luogo dove si raccolgono le persone per conversare: sul versante marketing la maggior parte delle reti e trasmissioni creano e sponsorizzano hashtag relativi che vengono usati dai fan per discutere.

Un esempio attuale e tutto italiano è l’edizione di quest’anno di Masterchef Italia di quest’anno, che ogni giovedì, durante la puntata, scatena i fan con commenti, esultazioni e critiche tutte generate dalla rete. Lo stesso è stato fatto ieri sera durante lo show degli Oscar, durante il quale, nella parte bassa dello schermo, ogni tanto si visualizzava l’account di riferimento da usare per correlare il proprio tweet all’evento in corso.

135842498-2adb3a47-1dce-4d84-a3fd-b366aa83b489La motivazione del successo di tutto questo sta nel fatto che alle persone piace dire la propria, fra il serio e l’ironico, su ciò che sta andando in onda ed oramai il modo più diretto e artigianale per collegare il piccolo schermo al Web, dimostrando la voglia che la platea degli spettatori ha di partecipare in prima persona alla TV, facendola diventare Social TV.
Diretta conseguenza di questo fenomeno dovrebbe essere la capacità dei programmi di seguire maggiormente i gusti degli spettatori, tuttavia prima di questo si è cercato di scoprire se effettivamente le conversazioni su Twitter spingano davvero a cambiare canale o è soltanto un chiacchiericcio che in fondo non scalfisce più di tanto i livelli d’ascolto.

L’unico studio in grado di individuare dati rilevanti è stato il report, battezzato Twitter Causation Study, che ha messo sotto la lente le tendenze di tweet e interazioni, registrate minuto per minuto, rispetto a 221 trasmissioni. Il tutto sfruttando le tecnologie e i sistemi di SocialGuide. La metodologia dell’analisi è stata sviluppata dall’economista premio Nobel, Clive Granger.

I risultati sono riusciti a provare l’evidenza statistica del rapporto Twitter-tv, cioè fra la messa in onda di un programma e le discussioni online intorno a quella trasmissione: difatti nel 29 per cento dei 221 episodi i tweet hanno condotto a un aumento degli indici d’ascolto, mentre nel 48 per cento dei casi è stato l’inverso, ovvero gli AudiSocialTG-Twitter-Hashtag-31gen-6feb2014-Reputation-Managerstessi ascolti hanno guidato il programma verso un picco di tweet. Un risultato che conferma Twitter spinge lo share e l’attenzione verso i programmi televisivi, soprattutto quelli in diretta, ma si è anche stabilito che non tutti i programmi hanno la stessa rilevanza: la valanga di tweet ha maggiore impatto su programmi come reality show, le serie comiche e gli eventi sportivi beneficiano parecchio di un aumento d’attenzione social, rispettivamente nella misura del  44, del 37 e del 28 per cento sui propri indici d’ascolto. Meno sensibili ai pareri degli utenti, invece, sembrano essere i programmi di genere drammatico.

Vista la rilevanza ormai acquisita, Nielsen ha annunciato che arriverà, fra settembre e ottobre del 2014, un nuovo strumento in grado di  effettuare rilevazioni sul 90% dei programmi televisivi: di ogni programma si twitter-statistiche-21conosceranno il numero di tweet che ha generato e quante persone sono entrate in contatto sul microblog con i cinguettii sull’argomento. Questo significa che il mercato pubblicitario sarà in grado di pianificare campagne e verificarne i risultati direttamente. Tale strumento si chiamerà Nielsen Twitter TV Ratings, e consentirà a broadcaster, agenzie e inserzionisti di misurare e comprendere le conversazioni relative ai programmi televisivi per sviluppare di conseguenza le proprie strategie commerciali.

Per concludere qualche esempio di Social TV degli ultimi mesi:

  • Il seguito del XIII Apostolo su Canale 5 del 25 febbario scorso, da nord e sud,  si è distribuito in maniera uniforme; gli hashtag più utilizzati durante l’intera stagione sono stati #XIIIapostolo2, #XIIIapostolo, #iltredicesimoapostolo,#salviamoiltredicesimoapostolo e #teamisaia. Le parole chiave, invece, “gabriel”, “isaia”, “claudia”, “puntata” e “serventi”. Inoltre sono stati individuati gli utenti più attivi e i twet più seguiti.
  • Abbiamo poi l’esempio di #CePostaPerTe, programma seguitissimo in tv con il 24,57% di share. Durante la puntata di sabato 8 febbraio sono arrivati 16.370 tweet. A commentare in diretta la puntata anche personaggi dello spettacolo molto seguiti in Rete come Melita Toniolo (@melytoniolo), Selvaggia Lucarelli  (@stanzaselvaggia), Petra Loreggian  (@petraloreggian) e  Diego Passoni (@diegopassoni) e, tra gli ospiti in puntata,l’attrice Ellen Pompeo, è stata centrale sul web, risultando al primo posto tra gli utenti più popolari (@ellenpompeo). Inoltre è stato possibile seguire il flusso di tweet e gli ascolti tv, con picchi e cali identici.share_tweet
  • Infine guardiamo l’analisi sullo show musicale#GianniMorandiLiveinArena, l’evento andato in onda in prima serata su #Canale5 il 7 e l’8 ottobre 2013. Durante la messa in onda dello spettacolo sono stati pubblicati 29.912 tweet che potenzialmente hanno raggiunto circa47milioni di persone.
    La serata che ha generato il maggior numero di interazioni è stata quella del 7 ottobre dove sono stati postati oltre 17 mila messaggi.
    Gli hashtag più twittati sono stati: #Morandi (3.518)#LiveinArena (3.554)#MorandiLive (3.272). Sono gli stessi che, nelle giornate del 7 dell’8 ottobre, hanno occupato le prime quattro posizioni dei TT-Trending Topic non solo durante lo show.

Per chiudere questa panoramica su questo nuovo trend, citiamo anche il metodo di Blogmeter – Social TV, il topic sul blog di Blogmeter dove, ogni settimana, è possibile trovare la classifica Top Social TV Programs, dove ci sono programmi televisivi più discussi durante la messa in onda, rilevati attraverso socialTVmeter, il tool proprietario Blogmeter, analizzati in base ad alcuni parametri standard.

Vediamo, quindi, che la settimana dal 24 febbraio al 2 marzo il primo programma in classifica è l’ultima puntata della miniserie in onda su Rai1 Braccialetti Rossi con 37,6K messaggi (tweet + post), realizzati da 10,1K autori unici (sia di Facebook che di Twitter) per 10,5 milioni di unique impressions (solo di Twitter). Al secondo posto in classifica Le Iene di Italia1 (21,9K messaggi, 12,5K autori unici e 4,5 mln di u.i.). E, in terza posizione, Masterchef Italia (20,8K messaggi, 6,5K autori unici, 4,7 mln di u.i.), su SkyUno, che si sta avvicinando alla finalissima.

Insomma ormai non possiamo più parlare di audience, il famoso share che tagliava le gambe anche a trasmissioni interessanti non esiste più, ormai tutto è social e la Social TV è soltanto una diretta conseguenza dei tempi.

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Primo post 2014: le potenzialità di Pinterest

Pinterest è il social network fondato nel 2010 da Evan Sharp, Ben Silbermann e Paul Sciarra, dedicato alla condivisione images (21)di fotografie, video e di immagini. L’dea è quella di creare un catalogo on-line delle ispirazioni: gli utenti possono comporre bacheche per gestire la raccolta di immagini in base a temi predefiniti o da loro generati.

Il nome Pinterest deriva dall’unione delle parole inglesi pin (appendere) e interest(interesse): gli utenti appassionati del social sono passati da 1,2 milioni di agosto 2011 ad oltre 4 milioni a novembre 2011, che sono poi diventati 11 milioni a gennaio 2012. Nel 2013 Pinterest è arrivato a contare 70 milioni di utenti, è tra i 100 siti web più visitati al mondo ed al trentanovesimo posto nell’Alexa Rank.

infografica-pinterest-634x634Il target di utenti varia dagli Stati Uniti all’Europa, difatti tra gli utenti USA si stima che l’80% sia di sesso femminile, invece in Italia si stima che le proporzioni siano invertite, con il 78% di utenti di sesso maschile.

La diffusione di Pinterest è legata al fatto che è possibile integrarlo con altri social network, come Facebook e Twitter, oppure con Flickr e con i siti web: basta infatti inserire  i “pin button” all’interno di un sito web o blog ed è possibile “pinnare” le immagini in esso presenti, categorizzandole sotto i propri board di interesse. Ultima nuovissima integrazione è la possibilità di attaccare i tag di Shazam direttamente alle bacheche preferite su Pinterest e addirittura condividere i tag di Shazam anche con gli amici di WhatsApp oppure attraverso i messaggi iOS.

Nella sua evoluzione il social network ha nei giorni scorsi definito l’acquisizione della startup VisualGraph, con sede a San Francisco e specializzata sul riconoscimento delle immagini e la ricerca visiva.

Pinterest ha “acquistato” sia i dipendenti della startup che la sua tecnologia, in modi da costruire una migliore tecnica di riconoscimento delle immagini. Anche se il social offre già uno strumento di ricerca sulla piattaforma, esso si basa solo sulle didascalie delle immagini per decifrare ciò che è rappresentato nelle foto, in quanto non usa i tag. Questo significherebbe che, grazie a VisualGraph, Pinterest potrebbe implementare sensibilmente la sua funzione di ricerca.

Ma, nonostante questa acquisizione, Pinterest rischia di iniziare male l’anno a causa di una sentenza dell’European Trademarkpinterest_visual_graph Office che gli ha ingiunto uno sgradito ultimatum: se il social network vuole continuare a lavorare in Europa o cambia nome o paga i diritti della licenza alla startup inglese Premium Interest, a cui pare spettino i diritti legali per il marchio Pinterest.

In ogni caso Pinterest sta crescendo e ottenendo ottimi risultati soprattutto come supporto alle aziende che vogliono migliorare la loro visibilità online, difatti  i pin sono un ottimo e valido motore che spinge gli utenti verso il sito di riferimento, aumentando le visualizzazione di pagina dalle 2 alle 6 volte in più.

container-storeUn case History degno di nota è l’uso che l’ecommerce The Cointainer Store ha fatto del social fotografico: The Cointainer Store vende in diversi paesi degli Stati Uniti più di 10.000 prodotti per organizzare e salvare spazio (e tempo). Pinterest risulta essere la fonte principale di referral con conversioni più alte rispetto ad altre fonti di traffico, questo perchè l’ecommerce ha iniziato a creare board tematiche focalizzate su di un argomento specifico (organizzazione per il bagno, per la doccia, per i bambini …). Inoltre ha basato la sua strategia di web marketing su tre ingredienti:

  • e-mail marketing customizzato per il target di utenti pinners e personalizzato a seconda delle board che seguono.
  • Promozione di pin più popolari provenienti dal sito con una specifica board/categoria chiamata Top Pinned.
  • Utilizzo dei dati di analytics per tracciare i prodotti più popolari, quelli che convertono maggiormente e quelli che influenzano le decisioni di mercato.

La strategia di email marketing ha aumentato esponenzialmente il numero di follower per ogni categoria specifica.ContainerStorePinterest4.13-292x300
I prodotti più pinnati sono stati inseriti in una categoria anche sul sito e i singoli prodotti con le relative schede prodotto sono segnalate sul’e-commerce con il badge di Pinterest. Il caso di una perfetta integrazione tra un sito web e un social come Pinterest.

Inoltre l’azienda The Cointainer Store ha voluto utilizzare i pin più popolari per ricevere dal pubblico anche idee creative da cui trarre spunto per i nuovi prodotti. Ma, oltre alle sue immagini, il profilo legato all’azienda pinna anche altre immagini non provenienti dal suo sito, per essere parte della grande community di Pinterest, segno che l’azienda è davvero entrata nello spirito del social network.

Per concludere il nostro escursus su Pinterest, è importante anche sapere che alla fine del 2013 il blog ufficiale di Pinterest è stato in grado di pubblicare i top pin del 2013, ovvero le immagini che hanno riscosso un grande successo di pubblico tanto da essere le più pinnate, con una classifica delle categorie più usate, che sono state cibo, viaggi e moda.

download (3)Un ulteriore dato rilevante è, infine,  che il 2013 è stato l’anno in cui Pinterest ha dato il meglio di sé, difatti il suo valore si è attestato intorno ai 3.8 miliardi di dollari e ha rilasciato i promoted pin. Secondo le statistiche di marketing di Piquora, il valore monetario di un pin si aggira intorno ai 78 centesimi nella vendita, il 25% in più rispetto al precedente anno.


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