Nuovi orizzonti dall’e-commerce

Gli acquisti natalizi del dicembre 2012 vedono un picco di compere online per acquistare oggetti originali e di marca con sconti che vanno dal 10 al 50 per cento. Un utente italiano della rete su 5 pianifica acquisti tramite rete. Oltre 5 milioni complessi, 500mila in più rispetto alla stagione passata (dati Human Highway e Netcomm).

Il periodo di crisi economica vede quindi l’e-commerce, che nel 2012 compie 18 anni, in crescita rispetto agli anni precedenti del 32%. L’inizio delle attività e-commerce in Italia si sono avviate nel 1994. Da allora ci sonoNatale-online-300x206 stati tre momenti importanti di crescita: nel 2000 con il boom delle dot com, nel 2005 con l’ingresso dei retailer che vendono tramite catene distributive tradizionali, e infine, negli ultimi due anni, con l’avvento di operatori stranieri come Amazon, il boom dei siti di vendite istantanee come Groupon, dei private outlet e dei siti di gioco online come Pokerstars e WilliamHill.

Ovviamente anche i brand piccoli, medi o grandi, si sono adeguati alle esigenze di mercato e, per fronteggiare le conseguenze della crisi economica, hanno messo a punto una strategia di Rete per la propria azienda, di cui l’e-commerce è una componente, non più un’opportunità, una scelta improrogabile di sopravvivenza. Vediamo quindi sempre più persone impiegate nell’e-commerce nelle aziende di tutte le dimensioni. Molte aziende italiane stanno studiando o hanno implementato una strategia per la vendita all’estero. I Social media e le applicazioni hanno definitivamente conquistato un ruolo rilevante nella strategia di marketing e comunicazione e iniziano a essere sfruttati anche come piattaforma di vendita.

Il marketing online o web marketing è divenuto quindi lo strumento per le aziende per percorrere la strada dell’ecommerce e della promozione tramite web. Infatti i fattori principali che individuano un’azienda come player  di valore nel web ci sono la credibilità del brand (49%), l’ampiezza della gamma prodotti (32%) e la fidelizzazione dei clienti (31%). Le politiche di prezzo incidono ancora in misura minore rispetto al passato (22% contro il 27% del 2011), mentre gli altri fattori sono la fornitura di servizi aggiuntivi (13%) e i tempi e i costi del servizio di consegna (9%).

Grande scoperta è l’utilizzo per le aziende sul web dei social network. Fino a qualche anno fa poche aziende avevano scomesso su questo canale, considerato poco misurabile e poco convertibile. Ad oggi gli strumenti per misurare campagne pubblicitarie e di comunicazione sul web sono molto diffusi, la conversione è di poco salita (studi dimostrano che solo l’1% degli italiani si fa influenzare dal social network nei suoi acquisti), eppure un’azienda di piccola, media o grande dimensione non può esimersi dall’essere su un social qualunque, a patto di fare una comunicazione continuativa, political correct e né troppo commerciale o troppo ludica.

2012-11-27_074058I social media più efficaci per la promozione di un brand o per le vendite sono Facebook, YouTube, Twitter e Google+, con una netta preferenza per il primo. Un’importanza inferiore viene attribuita a Linkedin , mentre Pinterest sta ricevendo un interesse crescente, seppure ancora in termini di sperimentazione. Facebook è un canale idoneo per iniziative di marketing volte alla promozione del brand e dei suoi prodotti, mantenendo però il processo di vendita su altri canali. Esempi di iniziative su questi media comprendono la creazione di concorsi, applicazioni gaming e il couponing su Facebook.

Esempi d’eccellenza è la pagina di Tesco, dove i fan spendono in media 30 minuti per giocare con Delivery Dash, che sfida gli utenti in un gioco di velocità nella consegna dei prodotti selezionati dagli amici, e li premia con offerte esclusive indirizzandoli all’acquisto sul sito. Sempre Tesco ha registrato oltre due milioni di sterline in vendite in-store grazie ai coupon scaricati dai fan su Facebook. I concorsi devono rispettare le linee guida di Facebook e la normativa prevista dalla legislazione italiana.

Cosa importante è che, per vendere su Facebook o su altri social, non bisogna replicare il servizio offerto già nel sito aziendale. L’integrazione tout court del proprio store all’interno di Facebook non porta sempre a risultati positivi: infatti  alcuni brand internazionali, come Gap, J.C. Penny, Nordstrome e Gamestop hanno deciso di chiudere il proprio Facebook store poiché i clienti preferivano acquistare sul sito aziendale e utilizzare Facebook solo per condividere la propria wishlist e scambiarsi opinioni post acquisto.

Per concludere cambia il modo di acquistare, cambiano gli assetti aziendali e cambiano le strategie, ma il web e l’e-commerce rappresentano un modo valido per fare in modo che l’economia si muova, visto lo scenario stagnante del periodo storico. Soprattutto in Italia, dove gli utenti Internet attivi hanno superato la quota dei 28 milioni e il 42% – 12 milioni di individui – ha fatto un acquisto online almeno 1 volta negli ultimi 3 mesi, la crescita di acquirenti online dovrebbe supportare l’uscita dalla crisi ed aiutarci a fare i regali di Natale con meno preoccupazioni.